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Violenza di genere: introdotto il reato di femminicidio

Data 04/12/2025

Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge n. 181 del 2 dicembre 2025 che punisce il reato di femminicidio e introduce misure per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime.

La legge in oggetto apporta modifiche al codice penale, introducendo all’art. 577-bis un nuovo reato denominato “femminicidio”.

Tale condotta rappresenta una fattispecie autonoma rispetto all’omicidio, che, per la gravità del fenomeno, il disvalore e la particolare struttura del reato, viene punita con la pena edittale dell’ergastolo, con applicazione di una pena non inferiore ai 24 anni di reclusione in caso di concorso di una singola circostanza attenuante.

La severità del regime sanzionatorio trova una sua giustificazione nella connotazione psicologica della condotta qualificata sul piano motivazionale “come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità”.

La ratio della norma mira a tutelare la donna sia all’interno che all’esterno dell’ambito familiare, a prescindere dall’esistenza di un legame affettivo con l’autore del reato.

La legge introduce, inoltre, misure di contrasto alla violenza nei confronti delle donne e, nello specifico prevede:

  • la facoltà per le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, nell'ambito della loro autonomia, di promuovere campagne di sensibilizzazione in ordine alla pericolosità dell'utilizzo di sostanze stupefacenti, al fine di prevenire e contrastare aggressioni di tipo sessuale;
  • l'emanazione di Linee guida e raccomandazioni per contrastare il fenomeno della violenza sessuale attraverso l'uso di sostanze stupefacenti ad opera del tavolo tecnico istituito presso il Ministero della salute;
  • il rafforzamento degli obblighi formativi in materia di contrasto alla violenza sulle donne e alla violenza domestica nell’ambito dei percorsi di formazione dedicati a magistrati e medici;
  • la possibilità per le vittime minorenni di violenza di accedere ai centri antiviolenza senza necessaria preventiva autorizzazione dei genitori per ricevere informazioni e orientamento;
  • la possibilità per le donne vittime di violenza di genere di accedere al patrocinio a spese dello Stato.